IL CYBERBULLISMO, IL MOSTRO CHE SI NASCONDE DIETRO LA TECNOLOGIA

Hanno rivoluzionato il nostro mondo, cambiando il nostro modo di vivere e soprattutto di relazionarci: i social network sono ormai diventati i protagonisti della nostra esistenza.
Questo fenomeno è fonte di una serie di opinioni contrastanti sugli effetti prodotti: i social network infatti facilitano le comunicazioni, hanno creato opportunità lavorative e si sono rivelati una risorsa preziosa per la divulgazione delle news in tempo reale. Allo stesso tempo però portano avanti un analfabetismo emotivo, dovuto in particolare alla realtà che viene sostituita dal virtuale.
L’incapacità di riconoscere le emozioni è amplificata dal senso di sicurezza che si prova nel “nascondersi dietro ad uno schermo”, spesso ricadendo così in codardia. Tale insensibilità in casi estremi può riversarsi in una vera e propria forma di bullismo compiuto tramite strumenti tecnologici a danno di minori che prende il nome di “cyberbullismo”.
Come le altre forme di bullismo, anche quello online viola sentenze del Codice penale e civile. Esso coinvolge sempre più preadolescenti e adolescenti, specialmente perché inesperti e incapaci di utilizzare la rete nel modo più corretto.
È importante conoscere la caratteristica principale del cyberbullismo: lascia sempre delle tracce. Nessuna foto, video, commento verrà eliminato definitivamente dalla rete. È necessario imparare ad utilizzare correttamente i social, riflettendo su quali effetti potrebbe avere la nostra azione ai danni degli altri.
Spesso le vittime ritengono inopportuno o addirittura pericoloso affrontare e denunciare, decidendo così di rimanere in silenzio, nella convinzione che “col tempo passerà”. Le vittime si chiudono in loro stesse, addentrandosi in un tunnel di solitudine, sofferenza. Si tratta infatti di vere e proprie forme di violenza psicologica e avere la possibilità di confrontarsi può davvero salvare la vita. Spesso le parole sono peggiori della violenza fisica. Ti entrano nella mente offuscandola, sono in grado di far emergere le fragilità interiori.
Combattere il cyberbullismo, promuovere la cittadinanza digitale, l’innovazione e i progetti sono un aspetto fondamentale nella realtà in cui viviamo.
Nonostante sul problema del cyberbullismo si lavori da anni, questo è ancora una delle forme di bullismo più presenti tra i giovani e perciò preoccupa particolarmente. L’innovazione deve partire da progetti e moduli ben precisi che in modo continuo accompagnino le scuole e le famiglie rendendole autonome.
Basandosi sul metodo No blame approach (Nba) e la giustizia riparativa, strategia di intervento per gestire i casi di bullismo e di cyberbullismo, si può mirare alla massima tutela dei minori coinvolti e alla riduzione del danno, anche in termini conflitti tra scuola-famiglia.
Siamo tutti responsabili delle difficoltà che possono nascere, i problemi non sono del singolo ma della collettività. Si deve gestire situazioni delicate non solo basandosi sull’aspetto disciplinare ma sensibilizzando in maniera attiva gli studenti, applicando la giustizia riparativa. Non bisogna limitarsi ad intervenire nell’emergenza, ma inserire in maniera sistematica questi temi in ambiente scolastico e familiare.