Il fenomeno dello “Zoombombing”
L'atto di intromettersi in una videochat di gruppo senza essere stati invitati...
In seguito alla pandemia da Covid-19 e al prolungato lockdown, si è reso necessario utilizzare diverse piattaforme tecnologiche per garantire la prosecuzione delle lezioni e di molte altre attività didattiche e formative. Il digitale è diventato ancora di più una risorsa indispensabile sia per gli studenti che per gli insegnanti.
Tra i sistemi più utilizzati per collegarsi in videoconferenza c’è Zoom, un’app poco conosciuta prima della pandemia, che ha visto un boom di utilizzi da parte di studenti e professionisti. La notorietà e il grande uso che attualmente viene fatto di Zoom sono dovuti a due caratteristiche molto utili: la condivisione dello schermo del proprio device e la possibilità di aggiungere fino a 1000 persone nella medesima conversazione.
Nonostante la grande diffusione e praticità dello strumento, è stato riscontrato un problema, un fenomeno chiamato “Zoombombing”. Con questo termine si intende l’atto di intromettersi in una videochat di gruppo senza essere stati invitati, interrompendo e disturbando le lezioni attraverso l’invio di messaggi o file audio e video poco consoni. Queste interruzioni generalmente durano pochi minuti e hanno lo scopo preciso di disturbare e infastidire gli utenti.
Per poter partecipare a una videochiamata su Zoom è necessario avere il link di accesso. Lo Zoombombing è più frequente quando i partecipanti sono tanti e il link di accesso alla video-chiamata viene diffuso sui social, senza avere la possibilità di controllare chi può accedervi. Se c’è un solo utente che fa Zoombombig, quest’ultimo può essere facilmente rimosso, ma nel momento in cui questi sono più di uno, la situazione può diventare complicata.
Per aiutare insegnanti e studenti, la piattaforma Zoom ha attivato un ulteriore controllo per permettere lo svolgimento delle lezioni in maggiore sicurezza. Oltre all’esistenza di un codice che identifica la classe “virtuale”, prima di accedere alla lezione vera e propria, ci si trova in una sorta di sala d’attesa. In questo modo eventuali intrusi possono essere identificati e bloccati.
Come proteggersi dallo Zoombombing?
Per usare in modo sicuro la piattaforma Zoom per la didattica digitale, è opportuno conoscerne bene il funzionamento. A tal proposito, ecco alcuni consigli:
- Non condividere il link con altre persone al di fuori della cerchia degli studenti invitati. È importante tenere presente che se si condivide il link della lezione sui social media o su altri forum pubblici, l’evento può diventare accessibile a chiunque ne venga in possesso.
- È importante conoscere le impostazioni e le funzionalità di Zoom per la protezione della privacy e scegliere le opzioni più sicure.
- Richiedi la password per accedere al meeting.
- Attiva l’opzione “Sala d’attesa” dalle “Impostazioni account” accessibili dal menu di navigazione. Prima di iniziare la lezione, potrai controllare chi sta accedendo.
- Consenti la partecipazione solo agli studenti effettivamente invitati alla lezione.
- Gestisci al meglio la lezione. L’host, cioè chi organizza la chiamata, può attivare e disattivare il video, l’audio e il trasferimento di file degli altri partecipanti. Ciò permetterà di monitorare gli interventi e l’invio di materiale indesiderato o poco consono.
- Gestisci anche la possibilità di condividere lo schermo, scegliendo l’opzione “solo host” di modo che non vi siano interferenze da altri partecipanti.
- In caso di Zoombombing, invece di interrompere la lezione, mantieni la calma e rimuovi gli intrusi o i partecipanti non desiderati; ricorda che questi attacchi per fortuna durano pochi minuti.
- Disabilita la chat privata di Zoom. Ne trarrai un doppio beneficio: meno distrazioni durante la lezione e la sicurezza che non circolerà materiale non desiderato.
- Dopo aver iniziato la video-lezione “Chiudi la porta”. In questo modo impedirai ad un “esterno” di entrare anche se venisse a conoscenza della password.
Per ulteriori informazioni sull’uso sicuro di Zoom leggi la sezione di supporto e guida della piattaforma (in inglese).
In caso di bisogno ricordiamo che la linea di ascolto 1.96.96 (attiva h24 ) e la chat di Telefono Azzurro (attiva dal lunedì al venerdì 8-22 e sabato/domenica 8-20) sono a disposizione come servizio di Helpline del progetto Generazioni Connesse.
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