Scuola e Docenti - martedì, 19 maggio 2020

2 - ADOZIONE DI UNA POLITICA DI PREVENZIONE

Linee Guida per le Scuole



2.1 - Messa in atto di azioni volte a intervenire prima della possibile insorgenza di comportamenti a rischio, che promuovano il benessere e l’uso sicuro e positivo delle tecnologie digitali per tutti gli attori della scuola a partire da quella primaria.

2.2 - Promozione di interventi educativi e azioni a supporto di studenti e studentesse in caso di situazioni di cyberbullismo o di problematiche relative all’utilizzo della rete che coinvolgano tutti gli attori della scuola in linea con la legge 71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.

2.3 - Progettazione e realizzazione di azioni e interventi che siano caratterizzati da multidisciplinarietà e alta qualificazione delle figure coinvolte.

2.4 - In caso di interventi proposti da attori esterni alla scuola, preferenza per il contributo di professionalità diverse (es. educatori, psicologi, esperti informatici, polizia, etc) che abbiano competenze sul tema delle tecnologie digitali e lavorino con obiettivi comuni, coordinati dalla scuola stessa.

2.5 - Adozione di un sistema di tutela dei minori che coinvolga tutti gli attori pubblici e privati coinvolti in un percorso di formazione nelle scuole e che preveda misure preventive specifiche, come la sottoscrizione di un codice di condotta e di un’autocertificazione ai sensi dell’art.2 del D. Lgs. n.39/2014 (1), da parte di tutti coloro (dipendenti, collaboratori, esperti, volontari) che abbiano contatti diretti con i minori. 

(1) A norma dell’art. 2 del D. Lgs n.39/2014 “il certificato penale del casellario giudiziale… deve essere richiesto dal soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie che comportino contatti diretti e regolari con minori al fine di verificare l’esistenza di condanne per reati di cui…di non aver riportato condanne definitive per i reati di cui agli articoli 600-bis (prostituzione minorile), 600-ter (pornografia minorile), 600-quater (detenzione di materiale pedopornografico), 600-quinquies (pedopornografia virtuale) e 609-undecies (adescamento di minorenni) del codice penale, né sanzioni interdittive all'esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori.


Approfondimento

Lavorare in un’ottica di prevenzione permette di identificare e intervenire sul problema anche prima della sua eventuale manifestazione, contrastando la cristallizzazione di situazioni che minano alla base il benessere di tutta la comunità scolastica. Permette inoltre di risparmiare risorse, evitando di arrivare a manifestazioni della problematica quando è più difficile e complesso intervenire.

L’adozione di un modello a molteplici livelli consente di articolare l’intervento secondo il bisogno e, soprattutto, permette di intervenire con percorsi più intensi e mirati laddove un primo livello non sia stato efficace. Il primo livello sono gli interventi di prevenzione universale, destinati a tutta la popolazione – circa l’80%; gli interventi di prevenzione di tipo selettivo sono rivolti invece a gruppi a rischio per condizioni ambientali, di vulnerabilità e di contesto ecologico – riguardano circa il 15%; gli interventi di prevenzione indicata infine riguardano individui in cui si è evidenziata la presenza di alcuni sintomi o comportamenti problematici – circa il 5% della popolazione. Tale modello si inserisce all’interno di un continuum tra percorsi preventivi a scuola e trattamenti anche clinici, più sistematici, che sono oggetto di intervento dei servizi e delle agenzie del territorio.

Tale modello seguito anche nella formazione e-learning di Piattaforma Elisa (i.e. formazione nazionale dei docenti referenti per il bullismo e cyberbullismo) si presta bene per situazione problematiche sia nel contesto faccia a faccia sia in quello virtuale.

La scuola è il luogo in cui ragazzi e ragazze passano la maggior parte del tempo, ed è quindi il contesto su cui prestare maggiore attenzione per i percorsi di prevenzione. In tal senso, l’educazione rappresenta lo strumento di prevenzione d’elezione soprattutto quando si parla di rischi online. Le dimensioni che il fenomeno coinvolge sono molteplici e si rifanno alla capacità dei più giovani di gestire in modo flessibile situazioni complesse che richiedono una serie di competenze:

  • Il saper analizzare, selezionare e valutare criticamente dati e informazioni;
  • Il sapersi avvalere del potenziale delle tecnologie per la rappresentazione e soluzione di problemi e per la costruzione condivisa e collaborativa della conoscenza;
  • La consapevolezza della responsabilità personali online, del confine tra sé e gli altri e del rispetto dei diritti/doveri reciproci in un’ottica di empowerment e autodeterminazione digitale.

Un ulteriore aspetto importante su cui porre attenzione è la promozione di una formazione rivolta agli insegnanti per aumentare in loro le conoscenze essenziali per individuare situazioni a rischio e per dotarli di strumenti atti a prevenire e contrastare, in un primo momento, tali problematiche. Certamente, la responsabilità dell’azione preventiva ed educativa, in linea con il modello di prevenzione a tre livelli, non ricade solo sulla scuola, ma anche sulla famiglia e sui servizi presenti nel territorio (es. istituzioni, associazioni, società civile, ecc.). Tali agenzie educative sono chiamate a collaborare ad un progetto comune, nell’ambito di funzioni educative condivise. La necessità di questa collaborazione nasce dal riconoscimento sia da parte dei genitori che da parte degli insegnanti della rispettiva difficoltà a svolgere da soli la propria funzione formativa ed educativa, anche a causa della sproporzione tra le competenze sempre crescenti che le nuove tecnologie richiedono loro e quelle che si avverte di possedere.

Quando si sviluppano o valutano progetti educativi proposti da attori esterni alla scuola, per prevenire eventuali rischi, è buona passi assicurarsi che le progettualità messe in atto insieme sviluppino tutte e tre le dimensioni della competenza digitale:

  1. Dimensione tecnologica, che si riferisce sia a skills tecnologiche di base (ad es. la conoscenza di dispositivi e interfacce) sia alla capacità di valutare le potenzialità dei contesti tecnologici in trasformazione, imparando a selezionare le soluzioni più opportune per affrontare ciascun compito;
  2. Dimensione cognitiva, che comprende abilità legate al trattamento dell'informazione (capacità di accedere, selezionare e interpretare dati e di valutarne criticamente la pertinenza e l'affidabilità) ma anche il saper trattare testi e dati per produrne sintesi, analisi e rappresentazioni con tabelle e grafici;
  3. Dimensione etica, che riguarda il saper interagire con gli altri in modo corretto e responsabile, la circolazione del sapere online e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, il tema dell'accessibilità e dell'inclusione. Quest’ultima dimensione comprende altresì alcune delle tematiche più attuali rispetto al tema delle nuove tecnologie, dalla tutela della privacy al contrasto del fenomeno del cyberbullismo, e quelle che riguardano la dimensione relazionale ed affettiva dell'utilizzo di internet.

La trasversalità delle tematiche legate all’uso positivo e sicuro delle tecnologie digitali chiama in causa molteplici ambiti, dall’approccio educativo a quello psicologico, dall’area delle competenze informatiche agli aspetti giuridici. Sono quindi diverse le professionalità che possono contribuire efficacemente alla realizzazione di interventi e l’attenzione alla multidisciplinarità e competenza delle figure che intervengono all’interno dei progetti costituisce un valore aggiunto alle azioni portate avanti dalla scuola.

La necessità di supportare un uso positivo e consapevole delle tecnologie digitali da parte dei più giovani, sia in un’ottica di tutela dai rischi potenziali che nella valorizzazione delle opportunità esistenti, pone la scuola e i genitori di fronte alla sfida di riconsiderare la propria identità, il proprio ruolo educativo e le proprie risorse, oltre allo stato dei rapporti reciproci per un patto educativo da rinnovare costantemente. In tal senso è fondamentale per la scuola dotarsi di un sistema di tutela dei minori il più possibile integrato che trovi la sua espressione di indirizzo nell’E-policy e in procedure chiare di cui deve dotarsi che includano la collaborazione (prevedendo accordi specifici) con la rete dei servizi locali. Ciò risulta importante al fine di prevenire situazioni a rischio o problematicità conclamate, ma anche per informare la comunità tutta, così come partner e collaboratori esterni, sulla politica della scuola in materia di protezione e prevenzione, prevedendo momenti formativi ad hoc per tutti gli attori coinvolti.


Riferimenti e consigli

RIFERIMENTI

Si veda la Piattaforma e-learning ELISA creata per dotare le scuole di strumenti per intervenire efficacemente sui temi del cyberbullismo e del bullismo e accessibile, tramite registrazione, agli insegnanti referenti per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo...

Si veda GenerazioniConnesse progetto che nasce per promuovere l’uso sicuro delle tecnologie digitali. Nel sito vengono proposte varie tematiche legate ai rischi del contesto online, consultabili da genitori e docenti.


CONSIGLI

Dotarsi di un sistema di “safer recruitment” che preveda in relazione alla selezione degli attori pubblici e privati coinvolti in percorsi di formazione nella scuola:

  1. check penali (specificati al punto 2.5) da richiedere in ottemperanza al decreto legislativo n.39/2014.

  2. Definizione di procedure operative su segnalazione e presa in carico in caso di rischi online da applicarsi a personale interno, collaboratori, consulenti e volontari, cui è chiesto di leggerle, comprenderle, sottoscriverle e applicarle.

  3. Il possedere un sistema di tutela da parte di un ente/organizzazione esterno che propone percorsi di formazione sui temi della sicurezza online dovrebbe risultare premiante rispetto alla selezione.

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